Sonetti di Shakespeare dal 40 al 69 tradotti dall' inglese in italiano

 

 

 

Sonetti di Shakespeare dal 40 al 69 tradotti dall' inglese in italiano

 

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Sonetti di Shakespeare dal 40 al 69 tradotti dall' inglese in italiano

 

Sonetto 40
Take all my loves, my love, yea, take them all:
What hast thou then more than thou hadst before?
No love, my love, that thou mayst true love call
All mine was thine before thou hadst this more.

Then if for my love thou my love receivest,
I cannot blame thee for my love thou usest;
But yet be blamed if thou this self deceivest
By wilful taste of what thyself refusest.

I do forgive thy robb'ry, gentle thief,
Although thou steal thee all my poverty;
And yet love knows it is a greater grief

To bear love's wrong than hate's known injury.
Lascivious grace, in whom all ill well shows,
Kill me with spites, yet we must not be foes.


 

Prendi tutti gli amori in me rinchiusi
e poi guarda: cos’è che non avevi?
Niente all’infuori di amori delusi
che nel passato tu già possedevi.

Se per bontà mia ricevi l’amore,
dopo rimproverarti più non posso;
ma se mi inganni è pietra il tuo cuore
perché è per gusto che così mi hai scosso.

Ladro gentile, io ti perdono il furto
se pure prendi ciò che mi dà vita.
Eppure Amore sa che è maggior urto

male d’amor che d’odio la ferita.
Lascivia che in amor cancelli il male
fai come vuoi, ma non trattarmi male.

Francesco Trinetti V B


Sonetto 41
Those pretty wrongs that liberty commits
When I am sometime absent from thy heart
Thy beauty and thy years full well befits,
For still temptation follows where thou art.

Gentle thou art, and therefore to be won;
Beauteous thou art, therefore to be assailed;
And when a woman woos, what woman's son
Will sourly leave her till he have prevailed?

Ay me, but yet thou mightst my seat forbear,
And chide thy beauty and thy straying youth
Who lead thee in their riot even there
Where thou art forced to break a two-fold troth:

Hers, by thy beauty tempting her to thee,
Thine, by thy beauty being false to me.


 

La libertà commette i tuoi peccati
quando per te sono assente dal cuore,
si addicono ai tuoi anni spensierati,
ma tentazione distrugge il mio amore.

Hai un cuore nobile e da conquistare,
sei bello molto e quindi da sedurre,
e quando donna un figlio vuole amare
qual sentimento a rinunciar può indurre?

Puoi non aprir del cuore la mia porta
e contener la gioventù di coppia
che nell’incontinenza ti trasporta
a rompere per sempre realtà doppia.

La sua che adeschi con la tua bellezza
la tua perché la tua perdi interezza.

Domenico Oliviero V B


Sonetto 42
That thou hast her, it is not all my grief,
And yet it may be said I loved her dearly;
That she hath thee is of my wailing chief,
A loss in love that touches me more nearly.

Loving offenders, thus I will excuse ye:
Thou dost love her because thou know'st I love her,
And for my sake even so doth she abuse me,
Suff'ring my friend for my sake to approve her.

If I lose thee, my loss is my love's gain,
And losing her, my friend hath found that loss:
Both find each other, and I lose both twain,
And both for my sake lay on me this cross.

But here's the joy: my friend and I are one.
Sweet flattery! Then she loves but me alone.


 

Che tu ami lei non è il mio gran tormento
pure si sa che l’ho amato in passato,
ora lei t’ama, perciò mi lamento
e la sconfitta brucia a me che ho amato.

Ma voi colpevoli così vi scuso:
tu ami lei, perché io l’amo, lo sai
e lei d’inganno in amore l’accuso
perché si lascia amar da te oramai.

Se ti perdessi, per lei è un vantaggio,
se la perdessi, l’amico ha piacere
così vi perdo in questo lungo viaggio
e pel mio amore date dispiacere.

Ma lui e io siamo una sola cosa
così me amando l’anima è gioiosa

Gian Piero Regnani V B


Sonetto 43
When most I wink, then do mine eyes best see,
For all the day view things unrespected;
But when I sleep, in dreams they look on thee,
And, darkly bright, are bright in dark directed.

Then thou, whose shadow shadows doth make bright,
How would thy shadow’s form form happy show
To the clear day with thy much clearer light,
When to unseeing eyes thy shade shines so!

How would, I say, mine eyes be blessed made
By looking on thee in the living day,
When in dead night thy fair imperfect shade

Through heavy sleep on sightless eyes doth stay!
All days are nights to see till I see thee,
And nights bright days when dreams do show thee me.


 

Vedo meglio quando i miei occhi ho chiusi,
di giorno vedono cose noiose,
ma quando sogno ti guardano illusi
nel buio e sono luci luminose.

La tua, che fa ogni altra ombra più brillante,
e che forma divina prende e assume
con la tua luce che è così irraggiante
che quando ho gli occhi chiusi vedo un lume.

Come ammirandoti nel tuo splendore
gli occhi miei sono felici, ripeto,
la tua ombra nella nottata che muore

è la vita nel sonno beato e lieto.
Se non ti vedo, il buio vien di giorno,
se ti sogno nel buio, al dì ritorno.

Egidio Marcari V B


Sonetto 44
If the dull substance of my flesh were thought,
Injurious distance should not stop my way;
For then despite of space I would be brought,
From limits far remote, where thou dost stay.

No matter then although my foot did stand
Upon the farthest earth remov'd from thee;
For nimble thought can jump both sea and land,
As soon as think the place where he would be.

But, ah! thought kills me that I am not thought,
To leap large lengths of miles when thou art gone,
But that so much of earth and water wrought,
I must attend time's leisure with my moan;

Receiving nought by elements so slow
But heavy tears, badges of either's woe.


 

Questo mio corpo se potesse andare
Come pensiero sciolto dall’umano,
Come un uccello imprenderei a volare
Andando là dove tu sei lontano.

Se mi trovassi in terre assai lontane
Raggiungerei il tuo viso coi pensieri
Attraversando le terre più strane
Pensando solo un attimo dove eri.

In me c’è la tristezza che mi uccide,
Il mio corpo n on può volare via,
Fermato dal mio corpo che decide
Aspetterò che arrivi l’ora mia.

Soltanto lacrime e tristi momenti
Sono ricordi di giorni dolenti.

Gabriele Demartis V B


Sonetto45
The other two, slight air, and purging fire
Are both with thee, wherever I abide;
The first my thought, the other my desire,
These present-absent with swift motion slide.

For when these quicker elements are gone
In tender embassy of love to thee,
My life, being made of four, with two alone
Sinks down to death, oppress'd with melancholy;

Until life's composition be recured
By those swift messengers return'd from thee,
Who even but now come back again, assured
Of thy fair health, recounting it to me:

This told, I joy; but then no longer glad,
I send them back again, and straight grow sad.

 

 


 

Gaia aria e fuoco purificatore
Entrambi son con te dovunque io sia,
L’una pensiero, l’altra forte ardore
Seguono or si or no la stessa via.

Se gli elementi puntano le prue
Verso di te in ambasciata d’amore,
La mia vita  di quattro, ora di due,
Affonda in un finale di dolore.

Finché l’accordo non vien rianimato
Da parole portate con letizia
E che adesso, sicuri del tuo stato,
vengono a me per darmene notizia,

Udito ciò, rincuorato, gioisco,
Ma poi, subito dopo, mi intristisco.

Erika Marcelletti V B

 


Sonetto 46
Mine eye and heart are at a mortal war,
How to divide the conquest of thy sight;
Mine eye my heart thy picture's sight would bar,
My heart mine eye the freedom of that right.

My heart doth plead that thou in him dost lie,
A closet never pierc'd with crystal eyes,
But the defendant doth that plea deny,
And says in him thy fair appearance lies.

To 'cide this title is impannelled
A quest of thoughts, all tenants to the heart;
And by their verdict is determined
The clear eye's moiety, and the dear heart's part
:
As thus: mine eye's due is thine outward part,
And my heart's right, thine inward love of heart.

 

 


 

Il mio cuore e il mio occhio sono in Guerra
Sull’esclusiva della tua visione,
L’occhio al cuore la tua visione serra,
Il cuor decreta all’occhio l’esclusione.

Dice il cuore che dentro lui risiedi,
Scrigno segreto agli occhi cristallini,
Ma l’occhio non si piega, non lo vedi?
E dice: “Ho io I sembianti tuoi divini”.

Per il giudizio esiste una giuria
Di pensieri fedeli e amici al cuore
R loro insieme, uniti, danno il via
A giusta attribuzione di ogni onore.

Agli occhi spetta più esteriore il dato,
Invece al cuore spetta essere amato.

Giancarlo Peris

 


Sonetto 47
Betwixt mine eye and heart a league is took,
And each doth good turns now unto the other:
When that mine eye is famish'd for a look,
Or heart in love with sighs himself doth smother,

With my love's picture then my eye doth feast,
And to the painted banquet bids my heart;
Another time mine eye is my heart's guest,
And in his thoughts of love doth share a part:

So, either by thy picture or my love,
Thy self away, art present still with me;
For thou not farther than my thoughts canst move,
And I am still with them, and they with thee;

Or, if they sleep, thy picture in my sight
Awakes my heart, to heart's and eyes' delight.

 

 


 

Gli occhi e il cuore a patti son venuti
Ché ora ciascuno riversa il suo bene,
Se gli sguardi dagli occhi son voluti
Il cuore del soffrir soffre le pene.

Gli occhi festeggiano allora il mio amore
Al grande evento il cuore mio è invitato
Gli occhi ancora sono ospiti del cuore,
L’amore a tutto ciò ha partecipato.

La tua immagine vaga per sentieri,
Pur se lontano in me tu sei presente,
Visto che non vai oltre ai miei pensieri
E sempre stanno a me schiacciati in mente.

In me la tua visione trova sbocchi
Il cuore mio è delizia sua e degli occhi.

Angelo Sposito V B

 

 


Sonetto 48
How careful was I when I took my way,
Each trifle under truest bars to thrust,
That to my use it might unused stay
From hands of falsehood, in sure wards of trust!

But thou, to whom my jewels trifles are,
Most worthy comfort, now my greatest grief,
Thou best of dearest, and mine only care,
Art left the prey of every vulgar thief.

Thee have I not lock'd up in any chest,
Save where thou art not, though I feel thou art,
Within the gentle closure of my breast,
From whence at pleasure thou mayst come and part;

And even thence thou wilt be stol'n I fear,
For truth proves thievish for a prize so dear

 

 


 

Sono prudente prima di partire,
Nel metter sotto chiave ogni quisquiglia
Così che le trovassi al mio servire
Lontane da villani mille miglia.

Tu sei più bello dei più bei gioielli,
Mio bel pensiero mio grande dolore,
Felicità dei pensieri più belli
Rimasto preda d’ogni cacciatore.

Non t’ho rinchiuso mai in nessun forziere,
Se non dove non sei, s’anche ti sento,
Nella cerchia ristretta del piacere
Nel quale vieni e vai secondo il vento.

E lì temo anche tu mi sia rubato
Ch’è tradita onestà pel risultato.

Mauro Mazzeo III B

 

 


Sonetto 49

Against that time, if ever that time come,
When I shall see thee frown on my defects,
When as thy love hath cast his utmost sum,
Called to that audit by advis'd respects;

Against that time when thou shalt strangely pass,
And scarcely greet me with that sun, thine eye,
When love, converted from the thing it was,
Shall reasons find of settled gravity;

Against that time do I ensconce me here,
Within the knowledge of mine own desert,
And this my hand, against my self uprear,
To guard the lawful reasons on thy part:

To leave poor me thou hast the strength of laws,
Since why to love I can allege no cause.

 

 


 

Per quel giorno, se mai verrà quel giorno,
In cui vedrò accigliarti ai miei difetti
E chiuderà il tuo amore il conto intorno
Spinto da torme di pensieri eletti:

Quel giorno in cui m’incontrerai straniero
Senza volgermi il sole dei tuoi occhi
E l’amore, mutato il suo sentiero,
Troverà alle ragioni nuovi sbocchi,

Per quel giorno dovrò cercar riparo
Solo nella coscienza delle azioni
Ed alzerò la mano in modo chiaro
Per parar, se addurrai le tue ragioni.

Per lasciarmi hai la forza del diritto,
Per farmi amare invece niente è scritto.

Giancarlo Peris


Sonetto50
How heavy do I journey on the way,
When what I seek, my weary travel's end,
Doth teach that ease and that repose to say,
'Thus far the miles are measured from thy friend!'

The beast that bears me, tired with my woe,
Plods dully on, to bear that weight in me,
As if by some instinct the wretch did know
His rider lov'd not speed being made from thee.

The bloody spur cannot provoke him on,
That sometimes anger thrusts into his hide,
Which heavily he answers with a groan,
More sharp to me than spurring to his side;

For that same groan doth put this in my mind,
My grief lies onward, and my joy behind.

 


 

Continuare il mio viaggio è penoso
Quando quello che voglio e dà tristezza
Insegnerà alla quiete e a quel riposo
A dirmi del percorso la lunghezza.

La bestia che mi porta soffre tanto,
Avanza a stento per la soma insana
Come capisse, per istinto, intanto,
Che non ama la fretta che allontana.

Non eccita il suo passo il crudo sprone
Che nella carne a volte l’ira affonda,
Risponde lui gemendo d’emozione
Che duole più del ferro che lo sfonda.

Richiama alla mia mente il suo lamento
Che dietro è gioia e avanti il mio tormento.

Paolo Petruccelli III B

 

 

 


Sonetto 51
Thus can my love excuse the slow offence
Of my dull bearer when from thee I speed:
From where thou art why should I haste me thence?
Till I return, of posting is no need.

O! what excuse will my poor beast then find,
When swift extremity can seem but slow?
Then should I spur, though mounted on the wind,
In winged speed no motion shall I know,

Then can no horse with my desire keep pace.
Therefore desire, (of perfect'st love being made)
Shall neigh, no dull flesh, in his fiery race;
But love, for love, thus shall excuse my jade-

Since from thee going, he went wilful-slow,
Towards thee I'll run, and give him leave to go.

 

 


 

Perciò il mio amore mi scusi se è lento
Il mio animale quando mi allontano:
Perché di correre essere contento,
Veloce andar fino al ritorno è vano.

Che scusa troverà la mia bestiola
Quando la corsa mi parrà indolenza?
Io di sprone darei perché non vola,
Sembrerei fermo usando la potenza.

Niente somiglia al passo del mio ardore
Perciò il desio composto d’amor puro
Galopperà incorporeo per l’amore,
Ma per amor l’amor non sarà duro.

Se lento da te andò volutamente
Lo lascerò e verrò velocemente.

Julio Andrea Delle Monache  III B

 

 


Sonetto 52
So am I as the rich, whose blessed key,
Can bring him to his sweet up-locked treasure,
The which he will not every hour survey,
For blunting the fine point of seldom pleasure.

Therefore are feasts so solemn and so rare,
Since, seldom coming in the long year set,
Like stones of worth they thinly placed are,
Or captain jewels in the carcanet.

So is the time that keeps you as my chest,
Or as the wardrobe which the robe doth hide,
To make some special instant special-blest,
By new unfolding his imprison'd pride.

Blessed are you whose worthiness gives scope,
Being had, to triumph; being lacked, to hope.

 


 

 

Come un ricco la chiave benedetta
Condurre può al tesoro suo nascosto
Che non vuole ammirare sempre e in fretta
Per non guastare un piacere riposto,

Così le feste, solenni e gradite,
Perché durante l’anno sono rare,
Son distanziate come pietre ambite
E gioielli inseriti in un collare.

Il tempo che mi dai è come un forziere
O uno stipo con vesti assai pregiate
Per dare in quei momenti più piacere
Se si presentano gioie celate.

Io gioisco con te se sei vicino,
Se sei lontano spero nel destino.

Giancarlo Peris


Sonetto 53
What is your substance, whereof are you made,
That millions of strange shadows on you tend?
Since every one hath, every one, one shade,
And you but one, can every shadow lend.

Describe Adonis, and the counterfeit
Is poorly imitated after you;
On Helen's cheek all art of beauty set,
And you in Grecian tires are painted new:

Speak of the spring, and foison of the year,
The one doth shadow of your beauty show,
The other as your bounty doth appear;
And you in every blessed shape we know.

In all external grace you have some part,
But you like none, none you, for constant heart.

 

 


 

Di che sei fatto, quale è la natura
Per essere da estranee ombre scortato?
Riflette ognuno la sua ombra pura
E tu a tante ombre già ti sei prestato.

Adone si descriva e il suo ritratto,
Di te stesso diventa imitazione,
Della bellezza d’Elena sia dia atto,
In vesti greche fai un’apparizione.

Parli di messi tu e di primavera,
La prima è l’ombra della tua bellezza,
Le altre sembran tua bellezza vera.;
E ti vediamo in ogni concretezza.

Ogni bellezza ha del tuo qualcosa,
Ma accordarsi con te nessuno osa.

Desirée Scorpioni III B

 

 


Sonetto 54

O! how much more doth beauty beauteous seem
By that sweet ornament which truth doth give.
The rose looks fair, but fairer we it deem
For that sweet odour, which doth in it live.

The canker blooms have full as deep a dye
As the perfumed tincture of the roses,
Hang on such thorns, and play as wantonly
When summer's breath their masked buds discloses:

But, for their virtue only is their show,
They live unwoo'd, and unrespected fade;
Die to themselves. Sweet roses do not so;
Of their sweet deaths are sweetest odours made:

And so of you, beauteous and lovely youth,
When that shall vade, my verse distills your truth.

 

 


 

Quanto più bella sembra la beltà
Per l’ornamento che virtù le dona!
La rosa è bella, ma beltà più ha
Per la soave essenza che non stona.

Le selvatiche hanno anche tinte forti,
Simili assai alle rose profumate,
Hanno spine, gioiscono alle sorti
S’apre le gemme la brezza d’estate.

Ma il loro pregio è solo un’apparenza,
Abbandonate vivono e neglette,
Muoiono sole, la rosa ha l’essenza
Che morendo il miglior profumo emette.

E quando appassirai stupendo fiore
La tua virtù dirò nei versi, amore.

Alessio Aprile III B

 


Sonetto 55
Not marble, nor the gilded monuments
Of princes, shall outlive this powerful rhyme;
But you shall shine more bright in these contents
Than unswept stone, besmear'd with sluttish time.

When wasteful war shall statues overturn,
And broils root out the work of masonry,
Nor Mars his sword, nor war's quick fire shall burn
The living record of your memory.

'Gainst death, and all oblivious enmity
Shall you pace forth; your praise shall still find room
Even in the eyes of all posterity
That wear this world out to the ending doom.

So, till the judgment that yourself arise,
You live in this, and dwell in lovers' eyes.

 


 

 

Né il marmo né i dorati monumenti
Dureranno di più di quesa  rima,
Ma spenderai tu in questi documenti
Più chiaro di una pietra che ognun stima.

Quando le statue abbatterà la guerra
E sfasceranno i tumulti le mura,
Né marte, né i padroni della terra
Bruceranno la gloria tua futura.

Contro la morte e la dimenticanza
Incederai da tutti assai lodato
In ogni età future, in ogni stanza
Fino a che esisterà il mondo creato.

Fino al Giudizio, e lì risorgerai,
In questa mia poesia dimorerai.

Giancarlo Peris


Sonetto 56
Sweet love, renew thy force; be it not said
Thy edge should blunter be than appetite,
Which but to-day by feeding is allay'd,
To-morrow sharpened in his former might:

So, love, be thou, although to-day thou fill
Thy hungry eyes, even till they wink with fulness,
To-morrow see again, and do not kill
The spirit of love, with a perpetual dulness.

Let this sad interim like the ocean be
Which parts the shore, where two contracted new
Come daily to the banks, that when they see
Return of love, more blest may be the view;

As call it winter, which being full of care,
Makes summer's welcome, thrice more wished, more rare.

 


 

Risveglia la tua forza, dolce amore,
Non far che ciò che senti sia più idiota,
Della tua voglia che sveglia l’ardore
Ch’oggi è sfamata, ma diviene vuota.

Così rimani, amore, anche se oggi
Gli occhi addormenti sazi e non vogliosi,
Riaprili e fa che sull’amore poggi
Lo sguardo che la voglia appagare osi

Simile al mare è questo momento
Che divide due dolci innamorati
Dove si recano col cuor contento
A ritrovarsi ove si sono amati.

È come il grande inverno tempestoso
Che fa l’arrivo estivo assai gioioso.

Serena Pepi III B

 

 


Sonetto 57
Being your slave what should I do but tend
Upon the hours, and times of your desire?
I have no precious time at all to spend;
Nor services to do, till you require.

Nor dare I chide the world without end hour,
Whilst I, my sovereign, watch the clock for you,
Nor think the bitterness of absence sour,
When you have bid your servant once adieu;

Nor dare I question with my jealous thought
Where you may be, or your affairs suppose,
But, like a sad slave, stay and think of nought
Save, where you are, how happy you make those.

So true a fool is love, that in your will,
Though you do anything, he thinks no ill.

 


 

Essendo schiavo tuo che potrei fare
Se non servire le tue volontà?
Non è prezioso il tempo che ho da usare
Nei servigi che poi lui chiederà.

E non mi pento dei tempi passati
Contando il tempo mentre che ti aspetto,
L’attesa non ha toni esasperati
Da quando a chi ti serve hai detto addio.

Né oso al mio pensiero domandare
Dove sei e cosa fai in questo momento
Ed io imprigionato sto a pensare
Quanto rendi chi è vicino contento.

L’amore è stupido e in ogni piacere
Non crede al male che tu fai avere.

Giorgia Masala III B

 

 

 


Sonetto 58
That god forbid, that made me first your slave,
I should in thought control your times of pleasure,
Or at your hand the account of hours to crave,
Being your vassal, bound to stay your leisure!

O! let me suffer, being at your beck,
The imprison'd absence of your liberty;
And patience, tame to sufferance, bide each check,
Without accusing you of injury.

Be where you list, your charter is so strong
That you yourself may privilege your time
To what you will; to you it doth belong
Yourself to pardon of self-doing crime
.
I am to wait, though waiting so be hell,
Not blame your pleasure be it ill or well.

 


 

Non voglia il Dio che mi fece tuo schiavo
Ch’io controlli i tuoi tempi di piacere
E guardi cosa fai, impudente e ignavo,
Perché sono vassallo in tuo potere.

Soffrire lasciami, sto al tuo comando,
La tua non libertà che m’omprigiona,
Ed ogni colpo, pure il più nefando,
Mite perdonerà la mia persona.

Sta’ dove vuoi, hai diritti così forti
Che al tuo tempo puoi dare privilegi
Come ti aggrada, solo tu sopporti
Di perdonare a te i tuoi stessii sfregi.

Io aspetto, se l’attesa anche è un inferno,
Fai il tuo piacere sempre, estate e inverno.

Giancarlo Peris


Sonetto 59
If there be nothing new, but that which is
Hath been before, how are our brains beguil'd,
Which labouring for invention bear amiss
The second burthen of a former child.

Oh that record could with a backward look,
Even of five hundred courses of the sun,
Show me your image in some antique book,
Since mind at first in character was done,

That I might see what the old world could say
To this composed wonder of your frame;
Whether we are mended, or where better they,
Or whether revolution be the same.

Oh sure I am the wits of former days,
To subjects worse have given admiring praise.

 

 


 

Se nulla è veramente nuovo è vecchio
E inganna già così la nostra mente
Che per creare guarda nello specchio
E porta un figlio già per sé esistente.

O se potessi guardare al passato
Di cinquecento anni esattamente,
Guardando un tuo ritratto modellato,
Quando scrisse in caratteri la mente,

Perché vedessi ciò che il mondo ha detto
Sulla bellezza della tua figura,
Se abbiamo progredito o se il concetto
Migliore è il loro o uguale la natura.

Sono certo che del passato ingegni
Lodarono di te assai meno degni.

 

 

 


Sonetto 60
Like as the waves make towards the pebbled shore,
So do our minutes hasten to their end;
Each changing place with that which goes before,
In sequent toil all forwards do contend.

Nativity, once in the main of light,
Crawls to maturity, wherewith being crowned,
Crooked eclipses 'gainst his glory fight,
And Time that gave doth now his gift confound.

Time doth transfix the flourish set on youth
And delves the parallels in beauty's brow,
Feeds on the rarities of nature's truth,
And nothing stands but for his scythe to mow:

And yet to times in hope, my verse shall stand
Praising thy worth, despite his cruel hand.

 

 


 

Come vanno le ore verso riva
Così i nostri minuti corron via
Ciascuno spinge via un’anima viva,
Lottano tutti per la mia pazzia.

Quando una vita si affaccia alla luce
Arriva a stento alla maturità,
Contrasta tale gloria il flusso truce,
Distrugge il tempo la serenità.

Travolge il tempo la mia gioventù
Rovinando così la mia bellezza
E si nutre delle rare virtù
L’unica risparmiando mia certezza.

Resisteranno i versi nel futuro
Per dire al mondo il tuo valore puro.

Ilaria Setaccioli III B

 

 


Sonetto 61
Is it thy will, thy image should keep open
My heavy eyelids to the weary night?
Dost thou desire my slumbers should be broken,
While shadows like to thee do mock my sight?

Is it thy spirit that thou send'st from thee
So far from home into my deeds to pry,
To find out shames and idle hours in me,
The scope and tenor of thy jealousy?

O, no! thy love, though much, is not so great:
It is my love that keeps mine eye awake:
Mine own true love that doth my rest defeat,
To play the watchman ever for thy sake:

For thee watch I, whilst thou dost wake elsewhere,
From me far off, with others all too near.


E per tua volontà restano aperti
Gli occhi miei dalla notte appesantiti,
Ami irrompere nei miei sogni certi
Me irridendo con tuoi simili miti.

Mandi il tuo spirito da te lontano
Ad osservare tutto ciò che faccio,
Per scoprire vergogne e animo vano
Della tua gelosia più saldo laccio.

Oh no, il tuo amore non è così vasto,
È il mio amore a tenermi svegli gli occhi,
Tenuto sveglio dal mio amore casto
A far sì ch’io, tuo guardiano mi blocchi.

Veglio per te mentre tu vegli ovunque
Via da me e accanto ad altri comunque.

Rita Scognamiglio IV B


Sonetto 62
Sin of self-love possesseth all mine eye
And all my soul, and all my every part;
And for this sin there is no remedy,
It is so grounded inward in my heart.

Methinks no face so gracious is as mine,
No shape so true, no truth of such account;
And for myself mine own worth do define,
As I all other in all worths surmount.

But when my glass shows me myself indeed
Beated and chopp'd with tanned antiquity,
Mine own self-love quite contrary I read;
Self so self-loving were iniquity.

'Tis thee, myself, that for myself I praise,
Painting my age with beauty of thy days.

 


 

Peccato di amor proprio ha la mia vista,
Tutta l’anima ed ogni mia altra parte;
Per esso alcun rimedio non si acquista
Ché troppo in fondo del mio amore è parte.

A me il mio viso sembra il più aggraziato,
Nessuna verità di uguale pregio,
Da me mi do il valor desiderato,
Sovrasto gli altri e ho questo privilegio.

Ma se il mio specchio mostra come sono,
Sbattuto e raggrinzito da vecchiezza,
Il mio amor proprio ha tutto un altro suono:
L’io che s’ami in tal modo è una sciocchezza.

Me stesso sei che per me stesso lodo
La tua bellezza è quella che io ti frodo.

Giancarlo Peris

 

 


Sonetto 63
Against my love shall be as I am now,
With Time's injurious hand crush'd and o'erworn;
When hours have drain'd his blood and fill'd his brow
With lines and wrinkles; when his youthful morn

Hath travell'd on to age's steepy night;
And all those beauties whereof now he's king
Are vanishing, or vanished out of sight,
Stealing away the treasure of his spring;

For such a time do I now fortify
Against confounding age's cruel knife,
That he shall never cut from memory
My sweet love's beauty, though my lover's life:

His beauty shall in these black lines be seen,
And they shall live, and he in them still green.


 

Quando sarà il mio amor com’io son ora
Dalla mano del tempo consumato,
Quando avrà riempito il tempo allora
Di rughe lui, e il mattino appena nato

Satà arrivato al fine dell’età,
E le bellezze delle quali è re
Svaniranno da lui senza pietà
Rubando primavera ch’era in me,

Per quel tempo mi fortifico adesso
Contro l’erà e il coltello distruttore
Ché dal ricordo non tagli a beltà il nesso,
Anche se toglie vita il dolce amore.

La beltà sarà in vista in questo verso:
Esso vivrà e lui in esso immerso.

Giancarlo Peris


Sonetto 64
When I have seen by Time's fell hand defac'd
The rich proud cost of outworn buried age;
When sometime lofty towers I see down-raz'd,
And brass eternal slave to mortal rage;

When I have seen the hungry ocean gain
Advantage on the kingdom of the shore,
And the firm soil win of the watery main,
Increasing store with loss, and loss with store;

When I have seen such interchange of state,
Or state itself confounded to decay;
Ruin hath taught me thus to ruminate
That Time will come and take my love away.

This thought is as a death which cannot choose
But weep to have that which it fears to lose.

 


 

Quando vidi dal tempo sfigurato
Di ere dimenticato il tuo tesoro,
Quando vidi il bastione ormai crollato
E bronzi al suolo privi di decoro,

Quando vidi l’oceano seppellire
La calda spiaggia che gli era davanti
E vidi l’acqua al terreno sfuggire
Con le sconfitte e vittorie alternanti,

Quando vidi la natura mutare
Ed il regno crollar miseramente
Lì mi insegnò Rovina a meditare
Che il tempo col mio amor non è paziente.

Ora non mi resta altro che pensare
A chi ho tenta paura di lasciare.

David Di Medoro  V B

 

 


Sonetto 65
Since brass, nor stone, nor earth, nor boundless sea,
But sad mortality o'ersways their power,
How with this rage shall beauty hold a plea,
Whose action is no stronger than a flower?

O! how shall summer's honey breath hold out,
Against the wrackful siege of battering days,
When rocks impregnable are not so stout,
Nor gates of steel so strong but Time decays?

O fearful meditation! where, alack,
Shall Time's best jewel from Time's chest lie hid?
Or what strong hand can hold his swift foot back?
Or who his spoil of beauty can forbid?

O! none, unless this miracle have might,
That in black ink my love may still shine bright.

 

 


 

Se bronzo, terra e mare sconfinato
Dalla morte spietata son travolti,
Si opporrà il bello al tempo scatenato
Se la sua forza è pari ai fiori colti?

Non potrà reggere il vento d’estate
Alla stretta di giorni ben pesanti
Se rocche salde non sono restate
Del tempo ai duri assalti martellanti.

Pensiero ingrato, come eliminare
Dal forziere del tempo il bel gioiello?
Qual mano ne potrà il passo fermare?
Chi vieterà la morte del più bello?

Nessuno, se non ci sarà un signore
Che in nero inchiostro scriva il nostro amore.

Patrizio Bocchi V B

 


Sonetto 66
Tired with all these, for restful death I cry,
As to behold desert a beggar born,
And needy nothing trimm'd in jollity,
And purest faith unhappily forsworn,

And gilded honour shamefully misplac'd,
And maiden virtue rudely strumpeted,
And right perfection wrongfully disgrac'd,
And strength by limping sway disabled

And art made tongue-tied by authority,
And folly, doctor-like, controlling skill,
And simple truth miscall'd simplicity,
And captive good attending captain ill:

Tir'd with all these, from these would I be gone,
Save that, to die, I leave my love alone.

 

 


 

Stanco di tutto chiedo morte quieta,
Perché io vedo virtù mendicare,
Spenta la nullità ornata e lieta
E pura fede ingiurie sopportare.

Onori d’oro dati ignobilmente,
Verginità corrotta e prostituita,
La perfezione offesa ingiustamente,
La forza del potere annichilita.

Arte azzittita dall’autorità
Follia, fatta dottor, zittire il saggio,
Il vero preso per stupidità,
Il bene stare al male in vassallaggio.

Stanco di tutto ciò via vorrei andare
Se non dovessi il mio amore lasciare.

Federica Gargiullo V B

 


Sonetto 67
Ah! wherefore with infection should he live,
And with his presence grace impiety,
That sin by him advantage should achieve,
And lace itself with his society?

Why should false painting imitate his cheek,
And steal dead seeming of his living hue?
Why should poor beauty indirectly seek
Roses of shadow, since his rose is true?

Why should he live, now Nature bankrupt is,
Beggar'd of blood to blush through lively veins?
For she hath no exchequer now but his,
And proud of many, lives upon his gains
.
O! him she stores, to show what wealth she had
In days long since, before these last so bad.


 

 

Ah, perché vivere nell’infezione,
Dar grazia all’empietà con la presenza,
Sicché il peccato ne abbia comprensione
E con la compagnia cresca in potenza?

Perché in pittura imitare la gota
E rubare da lui morta figura,
Perché dovrebbe la bellezza nota
Creare ombre di rose che ha in natura?

Se la natura ha fatto bancarotta
E il sangue mendica di vive vene
Perché dovrebbe vivere se lotta
Solo coi suoi guadagni, a chi conviene?

Lo conserva e quant’era ricco mostra
Nel tempo antico a far la gioia nostra.

Giancarlo Peris

 

 

 


Sonetto 68
Thus is his cheek the map of days outworn,
When beauty lived and died as flowers do now,
Before these bastard signs of fair were born,
Or durst inhabit on a living brow;

Before the golden tresses of the dead,
The right of sepulchres, were shorn away,
To live a second life on second head;
Ere beauty's dead fleece made another gay:

In him those holy antique hours are seen,
Without all ornament, itself and true,
Making no summer of another's green,
Robbing no old to dress his beauty new;

And him as for a map doth Nature store,
To show false Art what beauty was of yore.


 

 

La guancia sua è la mappa del passato,
Quando il bello s’evolveva come i fiori
Prima che il falso fosse qui inventato
Per dare al vero viso altri colori.

Prima che l’auree trecce della morte,
Funereo spettro, fossero tagliate
Per una nuova vita avere in sorte,
Prima che da altri fossero indossate.

Si possono vedere antiche ore
In lui senza ornamento, chiare e vere,
Non adornandosi dell’altrui onor,
Non indossando bellezze insincere.

Come mappa Natura lo conserva
E la beltà diun tempo ci preserva.

Giancarlo Peris

 


Sonetto 69
Those parts of thee that the world's eye doth view
Want nothing that the thought of hearts can mend;
All tongues, the voice of souls, give thee that due,
Uttering bare truth, even so as foes commend.

Thy outward thus with outward praise is crown'd;
But those same tongues, that give thee so thine own,
In other accents do this praise confound
By seeing farther than the eye hath shown
.
They look into the beauty of thy mind,
And that in guess they measure by thy deeds;
Then, churls, their thoughts, although their eyes were kind,
To thy fair flower add the rank smell of weeds:

But why thy odour matcheth not thy show,
The soil is this, that thou dost common grow.

 


 

Quelle parti di te che il mondo vede
Niente hanno che non si possa emendare,
Ciò che è dovuto ogni lingua concede
Come un nemico elogia il militare.

Il tuo aspetto è da lode coronato,
Ma le lingue che a te fanno l’omaggio
Con altri accenti confondono il dato
Vedendo più di quando è d’occhio il raggio.

Scrutano la bellezza della mente
E per scoprirla guardano i tuoi atti,
È spilorcio il pensiero, essenzialmente,
E aggiunge erbacce rancide e misfatti.

Ma se l’odore svia dalla beltà
La sola colpa è la volgarità.

Giancarlo Peris

 

Fonte: http://www.istitutobaccelli.it/documenti/Sonetti%20di%20Shakespeare.rtf

Autori della traduzione e del testo: indicati nel documento

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