Emigrazione italiana

 

 

 

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Emigrazione italiana

 

(Lidia Ballestrazzi)                                                

L’  E  M  I  G  R  A  Z  I  O  N  E

EMIGRAZIONE : fenomeno sociale per cui singoli individui o gruppi di persone abbandonano il luogo dove vivono e vanno in un altro paese, di solito per cercare lavoro.

EMIGRANTI : quelli che emigrano

 

EMIGRATI : quelli che  sono emigrati dal loro paese in un altro paese

 

IMMIGRATI : gli stranieri che vengono nel nostro paese

1. L’ emigrazione

La povertà, la disoccupazione, le distruzioni delle guerre, insieme al desiderio di  migliorare le condizioni di vita per sé e per la propria famiglia,  sono anche oggi, come in passato, le cause della emigrazione di milioni e milioni di persone.

Nel 1800 e 1900 si emigrava dall’Europa, dalla quale partirono ben 30 milioni di persone verso paesi extraeuropei.  Dagli ultimi decenni del 1900 ad oggi sono  milioni quelli che emigrano da Africa ed Asia   verso  l’Europa in particolare verso i paesi dell’Europa  che offrono una più alta domanda di lavoro e migliori possibilità di alimentarsi, di curarsi, di istruirsi, di vivere lontani dalla violenza.

L'emigrazione è infatti, prima di tutto, la conseguenza di differenze e squilibri che possono essere economici ( povertà contrapposta alla ricchezza di altri paesi ) o demografici ( popolazione troppo numerosa in rapporto alle risorse ), sociali ( alta mortalità, analfabetismo, scarse speranze di vita )  o anche ambientali ( ambienti in cui si vive male a causa di siccità, inondazioni ….. )

La facilità dei trasporti , la diffusione delle informazioni e delle comunicazioni,  rende oggi sempre  più forte la pressione di così tanti uomini e donne alle frontiere dei paesi più ricchi e sviluppati.

2. L’emigrazione Italiana

Anche gli italiani sono stati emigranti,  anzi sono stati protagonisti  della più grande  emigrazione  della storia moderna.

Nell’arco di poco più di un secolo, a partire dal 1861, sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze Si calcola che i discendenti degli emigrati superino oggi il numero degli abitanti della nostra penisola.

L'emigrazione è infatti stata un fenomeno che ha accompagnato tutta la storia d'Italia, con momenti di particolare intensità. L'emigrazione di massa, iniziata alla fine del  1800 e  interrottasi  tra  le  due guerre mondiali,  riprese con vigore dopo la seconda guerra mondiale, seguendo antiche e nuove strade.

3. Le tappe dell’emigrazione Italiana

a)  La grande migrazione  Circa 14 milioni di italiani decisero fra il 1880 e il 1914 di recarsi all'estero alla ricerca di lavoro e fortuna. Varie furono le cause tra cui: la crisi agraria che, per effetto della concorrenza dei grani americani, alla fine degli anni Settanta impoverì le condizioni di vita dei contadini; la crisi di vecchi mestieri artigiani, della manifattura domestica e  dell'economia in genere. Il fenomeno riguardò tanto il Sud quanto il Nord  del paese. A partire erano soprattutto maschi in età lavorativa, in gran parte agricoltori e braccianti ma anche edili, operai e artigiani.  Numerose furono anche le famiglie che attraversarono le Alpi o che si imbarcarono per le Americhe.

b) Nel secondo dopoguerra   Dopo la fine della seconda guerra mondiale  l'emigrazione riprese, con valori medi annui intorno alle 300.000 unità confermandosi come una caratteristica patologica del nostro sistema economico. I governanti del tempo incoraggiarono questa nuova esportazione di forza lavoro che consentiva, almeno in parte, di allentare le tensioni sociali dovute all'alto numero di disoccupati in un paese ancora prevalentemente agricolo. Le vecchie catene migratorie, interrottesi durante il periodo fascista e la guerra, furono presto riattivate. La presenza di parenti e compaesani, insieme alle politiche di  invito di alcuni paesi, attirò i primi flussi migratori soprattutto verso i paesi oltreoceano : Argentina, Canada, Usa, Venezuela, Australia.

Dopo il 1955 e fino al 1973 fu prevalente l’emigrazione  diretta verso i paesi dell'Europa in più rapido sviluppo industriale. Gli italiani, prevalentemente di origine meridionale, andarono a lavorare nell'industria pesante, nelle miniere e nel settore dell'edilizia in Belgio, Svizzera, Germania. Fu questa un' emigrazione prevalentemente maschile, anche se in alcuni casi le donne e le famiglie raggiunsero i nuovi paesi e l'emigrazione temporanea  si trasformò così in  emigrazione permanente. A partire dalla fine degli anni Settanta lo scenario muta significativamente : da paese di emigranti,  l'Italia si trasforma in paese di immigrati :  migliaia e migliaia di persone, che provengono  dall'Est dell'Europa e dal Sud del mondo.                 

4. L'emigrazione: "America, America!"

“Mamma mia dammi cento lire che in A­merica voglio andar / cento lire io te le do ma in America no no no..."   Queste  erano  le  parole iniziali  di  una  delle tante canzoni popolari del primo Novecento che  narravano la dolorosa esperienza dell'emigrazione.

 Si trattava infatti di abbandonare il luogo dove si era nati e vissuti, i familiari, gli amici, tutto ciòche si conosceva ed a cui si era abituati, per anda­re verso l'ignoto, in luoghi dove si parlava unalingua diversa, fidando solo sulle proprie braccia e sulla propria volontà. Occorreva coraggio, spi­rito di adattamento, enorme capacità di sacrifi­cio. Generalmente si viaggiava su navi malanda­te e sovraffollate, che trasportavano insiemepersone, merci, spesso bestiame, in condizioni i­gieniche pessime.

Coloro che sbarcavano negli Stati Uniti erano posti in quarantena (cioè segregati in appositi lo­cali, come i malati contagios )  e  attendevano  u­na  visita  medica  prima  di  essere  accolti  nel  Nuo­vo

Mondo.

Alcuni erano respinti e costretti a ri­tornare indietro. Ellis Island, un'isoletta di fron­te a New York, divenne famosa proprio perché vi venivano concentrati gli immigrati in attesa del permesso di entrata.

Una volta ammessi, i nuovi arrivati dovevano accettare i lavori più umili e peggio pagati.

L'u­nico modesto aiuto potevano riceverlo dagli ital­iani che li avevano preceduti e che avevano sta­bilito i primi contatti con lo sconosciuto mondo americano.

Molti, anche se non tutti, riuscirono a migliorare le loro condizioni.  Alcuni  fecero  for­tuna  ( "trovare  l’ America"  divenne un proverbia­le modo di dire). Per tutti l'America fu una terra di grandi speranze e di grandissimi sacrifici, talvol­ta, ma non sempre, ben ricompensati.

Molti riuscirono a integrarsi nella società ame­ricana :  a  New York esiste tuttora un quartiere chiamato Little Italy  ( Piccola  Italia ),  e in  diversi Stati esistono cittadine chiamate Florence, Mi­lan,  Rome, Venice.

Altri rientrarono poi in Italia portando con sé il denaro messo da parte, ma anche nuove conoscenze tecniche e professio­nali. Moltissimi inviarono alle famiglie rimaste in patria i loro risparmi, le cosiddette rimesse degli emigranti,   che rappresentarono un reddi­to prezioso per i  familiari  e una notevole  fonte    di ricchezza per lo Stato italiano.


RITRATTO RAGAZZI

 

In questa foto, dei primi anni del Novecento, sono ritratti due ragazzi italiani, immigrati a New York con le loro famiglie, che impiegano le loro giornate esercitando il mestiere di lustrascarpe.

All’ inizio del secolo più di 200.000 italiani si recarono nelle Americhe, alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita. In quegli anni, in un'Italia che aveva appena iniziato a percorrere la strada dell'industrializzazione e della mo­dernizzazione, esistevano ancora regioni povere ( il Meridione, ma anche regioni del  Nord - Est come il Veneto e il Friuli ) ;  fu  proprio  la  miseria  a spingere gli abitanti di queste zone a cercare fortuna in altri paesi.

 Il fenomeno dell' emigrazione diminuì nel periodo tra la prima­ guerra  mondiale e la seconda, ­ma riprese  dopo la­ seconda. Fra il 1946  e  il 1956  lasciarono­ il nostro paese ancora 1.600.000  emigranti.                  

 Nonostante i ritorni che furono  numerosi, nel 1950 le persone di origine italiana sparse nel mondo erano oltre 20 milioni : un numero molto alto, se pensiamo che nel 2000 i cittadini residenti in Italia erano in tutto 57 milioni

Oggi invece, è l' Italia stessa a essere meta di massicce emigrazioni­ da parte di popolazioni provenienti dall'Est dell’Europa, dall’Africa e dall’Asia

 

Fonte:  http://www.reteintercultura.it/attachments/article/85/22_EmigrazioneItaliana.doc

Sito web: http://www.reteintercultura.it 

Autore del testo: (Lidia Ballestrazzi)     

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