Calendario romano
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Calendario romano
Nell'antica Roma il primo giorno del mese, le Kalendae, i sacerdoti annunciavano al popolo le date importanti del mese.
Da Kalendae deriva il termine "calendario" (inglese calendar, francese calendrier, tedesco Calender, spagnolo calendario, portoghese calendario).
Dal calendario riformato da Giulio Cesare deriva la struttura del calendario utilizzato in Occidente e in molti altri paesi del mondo.
STRUTTURA DEL CALENDARIO ROMANO
L'anno
Il nostro calendario civile trae origine dall'antico calendario romano, basato sulle fasi lunari e costituito, inizialmente da dieci mesi per un totale di 304 giorni.
L'anno aveva inizio con il mese di marzo ( martius , dedicato al dio della guerra, Marte), poi aprile ( aprilis , forse una divinità etrusca), maggio ( maius , in onore di Maia, madre di Mercurio), giugno ( junius , in onore di Giunone) e poi di seguito quintile ( quintilis, quinto mese), sestile ( sextilis, sesto mese) settembre ( september, cioè septem ab imbre, ovvero settimo dopo le piogge), ottobre, novembre e dicembre ( october, november, december ).
Naturalmente, così come era strutturato, l'anno non rispettava il ciclo delle stagioni, per cui vennero aggiunti, secondo la tradizione da Numa Pompilio, due mesi, gennaio ( januarius , dedicato a Giano) e febbraio ( februarius, vocabolo arcaico che significa purificare, perché in tal mese, considerato nefasto, si svolgevano i rito espiatori).
Pur così suddiviso, l'anno aveva ancora durata insoddisfacente rispetto ai cicli stagionali, per cui si susseguirono vari accorgimenti per ovviare a tale inconveniente: fu istituita l'aggiunta di un tredicesimo mese, il cosiddetto mese marcedonio ( marcedonius, così chiamato perché durante esso si pagavano i mercenari) ad anni alterni; i Decemviri istituirono un periodo di otto anni (octaeteride), entro cui intercalare un mese di 22 giorni e via dicendo, con soluzioni che non fecero altro che aumentare ancor più la confusione che regnava sull'argomento.
Finalmente, nel 46 a.C., Giulio Cesare, con l'ausilio dell'astronomo greco Sosigene, mise mano alla riforma del calendario, imponendo l'abbandono delle vecchie e caotiche usanze ed istituendo quello oggi noto come "calendario giuliano", basato sul ciclo solare di 365 giorni e 6 ore. Su proposta di Marco Antonio, il mese quintilis fu rinominato julius (luglio) in onore di Giulio Cesare e nell'8 a.C. il Senato decreto che sextilis fosse chiamato augustus (agosto), per celebrare la gloria e il nome dell'imperatore. La durata dei mesi oscillò intorno ai 30 giorni. L'ultima correzione venne apportata da Ottaviano che allungò di un giorno il mese di Agosto per farlo uguale a Luglio.
Il calendario giuliano è alla base di quello attualmente in uso. Nel 1582 papa Gregorio XIII apportò alcune correzioni per cui il nostro calendario è chiamato gregoriano.
Per quanto riguarda il computo degli anni, essi si indicavano in due modi diversi:
1. Facendo riferimento ai consoli in carica. Esempio:
Gn. Domitio, C. Sosilio consulibus = Durante il consolato di Gneo Domizio e di Caio Sosilio.
2. Facendo riferimento alla data di fondazione di Roma (753 a.C.). Esempio:
Anno quingentesimo tertio ab Urbe condita = Nell'anno 503 dalla fondazione di Roma.
La settimana
I Romani avevano inizialmente una periodicità scandita su una base di otto giorni: la nundina. Il nome derivava dal modo di contare che includeva sia il giorno di partenza che il giorno di arrivo. Fu Costantino, nel IV secolo d.C., ad introdurre la settimana, di origine orientale, facendo un compromesso tra mondo pagano e mondo cristiano. La durata di 7 giorni corrispondeva alle attese dei cristiani che ottenevano l'ufficializzazione della settimana ebraica, mentre ai giorni venivano dati i nomi degli dei pagani. I cristiani affiancarono alla denominazione ufficiale dei giorni delle denominazioni loro proprie, in particolare per il sabato e la domenica.
Italiano |
Latino (pagani) |
Latino (cristiani) |
Lunedì |
Lunae dies |
Feria secunda |
Martedì |
Martis dies |
Feria tertia |
Mercoledì |
Mercurii dies |
Feria quarta |
Giovedì |
Iovis dies |
Feria quinta |
Venerdì |
Veneris dies |
Feria sexta |
Sabato |
Saturni dies |
Sabbatum |
Domenica |
Solis dies |
Dies dominicus |
I giorni
I Romani contavano i giorni non in riferimento al mese, ma in riferimento alle Calende, alle None e alle Idi. Si contavano quanti giorni mancavano alla solennità successiva tenendo conto sia del giorno di partenza che del giorno di arrivo.
Invece di dire "il 12 di marzo" dicevano "mancano quattro giorni alle Idi di marzo", ossia al plenilunio. Questo computo derivava dal calendario lunare dove si era soliti dire quanti giorni mancavano alla luna piena piuttosto che dire quanti giorni erano passati dall'ultima luna piena.
Coerentemente con l'originario criterio lunare, ogni mese aveva tre giorni fissi corrispondenti a tre fasi lunari. Essi erano designati con i seguenti sostantivi (tutti 3 pluralia tantum):
Kalendae, -arum (f.pl.) = 1° giorno del mese
Nonae, -arum (f.pl.) = 5° giorno del mese (7° in Marzo, Maggio Luglio, Ottobre)
Idus, -uum (f.pl.) = 13° giorno del mese (15° in Marzo, Maggio Luglio, Ottobre)
I mesi del calendario romano erano designati mediante l'uso di aggettivi concordati con i sostantivi indicanti queste scadenze fisse oppure con il sottinteso mensis (=mese).
INDICAZIONE DELLA DATA
Il mese aveva tre giorni fissi, corrispondenti alle tre fasi lunari (novilunio, primo quarto e plenilunio):
Le calende: Kalendae, -arum il primo giorno del mese, così chiamate dal verbo arcaico calare =convocare, perché il pontifex in tale giorno convocava il popolo e gli annunziava l'inizio del mese e comunicava se le none dovessero cadere il 5 o il 7 del mese;
Le none: Nonae, -arum il 5 del mese, così chiamate perché distavano nove giorni dalle idi;
Le idi: Idus, -uum il 13 del mese, così chiamate dal verbo arcaico iduare =dividere, perché le idi dividevano il mese a metà.
Nei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre, le none e le idi cadevano rispettivamente il 7 e il 15 del mese. I professori di latino di una volta solevano suggerire la parolina 'mar-ma-lu-ot'' per ricordare questi mesi.
I giorni fissi si esprimevano con l'ablativo (complemento di tempo determinato) aggiungendo a Kalendae, Nonae, Idus , il nome del mese concordato come aggettivo. Esempio:
1 gennaio = Kalendis Ianuariis ;
5 aprile = Nonis Aprilibus ;
15 ottobre = Idibus Octobribus .
Tutti gli altri giorni del mese si esprimevano riferendosi ai tre giorni fissi nel modo seguente:
Il giorno immediatamente precedente una delle tre date fisse si esprimeva con pridie e il nome del giorno in accusativo. Esempio:
4 aprile = pridie nonas Apriles .
Qualunque altro giorno del mese, intermedio ad uno dei giorni fissi, veniva indicato contando il numero di giorni che mancavano per arrivare alla data fissa successiva, computando tanto il giorno di partenza che quello di arrivo. Il numero ottenuto veniva espresso con l'ordinale in ablativo ed era seguito da ante e l'accusativo della data fissa o, più comunemente, si anteponeva ante a tutta l'espressione in accusativo. Esempio:
24 marzo = Die nono ante kalendas Apriles ; oppure
Ante diem nonum kalendas Apriles . Era però molto più frequente l'uso di una perifrasi costituita da ANTE+ACCUSATIVO di tutta l'espressione.
Es.
Il 24 Marzo = ante diem nonum Kalendas Apriles. (abbrev.: a. d. IX Kal. Apr. o semplicemente IX Kal. Apr.).
La perifrasi anomala del tipo suddetto viene considerata a tutti gli effetti sostantivo indicante la data, tanto da entrare in espressioni del tipo usque ad a. d. IX Kal. Apr. = fino al 24 Marzo.
Es.
Il 31 Dicembre = Pridie Kalendas Ianuarias (abbrev. pr. Kal. Ian.).
Il 4 Aprile = Pridie Nonas Apriles (abbrev. pr. Non. Apr.).
Il 14 Luglio = Pridie Idus Quintiles (abbrev. pr. Id. Quint.).
Raramente un sistema analogo con POSTRIDIE+ACCUS. si usava per indicare il giorno immediatamente successivo alle tre date fisse.
Es.
Il 2 Gennaio = Postridie Kalendas Ianuarias.
Per indicare QUALSIASI ALTRO GIORNO intermedio ad uno dei tre fissi si contavano i giorni mancanti per arrivare alla data fissa successiva; nel computo era calcolato sia il giorno di cui si voleva indicare la data, sia il giorno indicante la scadenza succcessiva. Il numero risultante, espresso col numerale ordinale in ablativo, era seguito da ANTE+ACCUS. della data fissa.
La parola italiana "data" risale all'uso antico di concludere le lettere con una espressione del tipo D. (=data, sc. epistula) Athenis IX Kal. Apr. = consegnata (sc. al tabellarius = portalettere) ad Atene il 24 Marzo, dove la determinazione del luogo può essere costituita da un complemento di stato in luogo o di moto da luogo.
L'anno bisestile
Precedentemente all'introduzione del calendario Giuliano l'anno era su base lunare e risultava di 365 giorni; con la riforma introdotta per decisione di Giulio Cesare nel 45 A. C. l'anno, calcolato su base solare, divenne di 365 giorni e ¼; tale durata si otteneva con l'aggiunta di un giorno ogni quattro anni; l'anno in cui cadeva tale aggiunta risultava pertanto di 366 giorni ed era chiamato bisestile perchè quel giorno era aggiunto non, come ai nostri giorni, dopo il 28 Febbraio, ma dopo l'equivalente del nostro 24 (che per i Romani era a. d. VI Kal. Mart.). Il giorno aggiunto veniva chiamato A. D. BIS SEXTUM Kalendas Martias, mentre con l'espressione a. d. Quintum Kal. Mart. si indicava regolarmente il 25 Febbraio. venne chiamato così perchè i Romani, non volendo per superstizione modificare il mese, pensarono di fare l'aggiunta, anzichè alla fine dell'anno, dopo il sesto giorno antecedente le calende di marzo (23 febbraio) che in tal modo veniva ripetuto due volte, quindi " bis sextus ".
Si riporta in una tabella complessiva il calendario romano. Dalla tabella è possibile ricavare il nome dato a ciascun giorno.
|
MARTIUS (31 giorni) |
IANUARIUS (31 giorni) |
APRILIS (30 giorni) |
FEBRUARIUS (28 giorni) |
FEBRUARIUS (29 giorni) |
|
1 |
Kalendis Martiis, Maiis, Iuliis, Octobribus |
Kalendis Ianuariis, Augustis, Decembribus |
Kalendis Aprilibus, Iuniis, Septembribus, Novembribus |
Kalendis Februariis |
Kalendis Februariis |
1 |
2 |
ante diem sextum Nonas Martias, Maias, Iulias, Octobres |
ante diem quartum Nonas Ianuarias, Augustas, Decembres |
ante diem quartum Nonas Apriles, Iunias, Septembres, Novembres |
ante diem quartum Nonas Februarias |
ante diem quartum Nonas Februarias |
2 |
3 |
ante diem quintum Nonas ... |
ante diem tertium Nonas ... |
ante diem tertium Nonas ... |
ante diem tertium Nonas ... |
ante diem tertium Nonas ... |
3 |
4 |
ante diem quartum Nonas ... |
pridie Nonas ... |
pridie Nonas ... |
pridie Nonas ... |
pridie Nonas ... |
4 |
5 |
ante diem tertium Nonas ... |
Nonis Ianuariis, Augustis, Decembribus |
Nonis Aprilibus, Iuniis, Septembribus, Novembribus |
Nonis Februariis |
Nonis Februariis |
5 |
6 |
pridie Nonas ... |
ante diem octavum Idus Ianuarias, Augustas, Decembres |
ante diem octavum Idus Apriles, Iunias, Septembres, Novembres |
ante diem octavum Idus Februarias |
ante diem octavum Idus Februarias |
6 |
7 |
Nonis Martiis, Maiis, Iuliis, Octobribus |
ante diem septimum Idus ... |
ante diem septimum Idus ... |
ante diem septimum Idus ... |
ante diem septimum Idus ... |
7 |
8 |
ante diem octavum Idus Martias, Maias, Iulias, Octobres |
ante diem sextum Idus ... |
ante diem sextum Idus ... |
ante diem sextum Idus ... |
ante diem sextum Idus ... |
8 |
9 |
ante diem septimum Idus ... |
ante diem quintum Idus ... |
ante diem quintum Idus ... |
ante diem quintum Idus ... |
ante diem quintum Idus ... |
9 |
10 |
ante diem sextum Idus ... |
ante diem quartum Idus ... |
ante diem quartum Idus ... |
ante diem quartum Idus ... |
ante diem quartum Idus ... |
10 |
11 |
ante diem quintum Idus ... |
ante diem tertium Idus ... |
ante diem tertium Idus ... |
ante diem tertium Idus ... |
ante diem tertium Idus ... |
11 |
12 |
ante diem quartum Idus ... |
pridie Idus ... |
pridie Idus ... |
pridie Idus ... |
pridie Idus ... |
12 |
13 |
ante diem tertium Idus ... |
Idibus Ianuariis, Augustis, Decembribus |
Idibus Aprilibus, Iuniis, Septembribus, Novembribus |
Idibus Februariis |
Idibus Februariis |
13 |
14 |
pridie Idus ... |
ante diem undevicesimum Kalendas Februarias, Septembres, Ianuarias |
ante diem duodevicesimum Kalendas Maias, Iulias, Octobres, Decembres |
ante diem sextum Kalendas Martias |
ante diem sextum Kalendas Martias |
14 |
15 |
Idibus Martiis, Maiis, Iuliis, Octobribus |
ante diem duodevicesimum Kalendas ... |
ante diem septimum decimum Kalendas ... |
ante diem quintum decimum Kalendas ... |
ante diem quintum decimum Kalendas ... |
15 |
16 |
ante diem septimum decimum Kalendas Apriles, Iunias, Augustas, Novembres |
ante diem septimum decimum Kalendas ... |
ante diem sextum decimum Kalendas ... |
ante diem quartum decimum Kalendas ... |
ante diem quartum decimum Kalendas ... |
16 |
17 |
ante diem sextum decimum Kalendas ... |
ante diem sextum decimum Kalendas ... |
ante diem quintum decimum Kalendas ... |
ante diem tertium decimum Kalendas ... |
ante diem tertium decimum Kalendas ... |
17 |
18 |
ante diem quintum decimum Kalendas ... |
ante diem quintum decimum Kalendas ... |
ante diem quartum decimum Kalendas ... |
ante diem duodecimum Kalendas ... |
ante diem duodecimum Kalendas ... |
18 |
19 |
ante diem quartum decimum Kalendas ... |
ante diem quartum decimum Kalendas ... |
ante diem tertium decimum Kalendas ... |
ante diem undecimum Kalendas ... |
ante diem undecimum Kalendas ... |
19 |
20 |
ante diem tertium decimum Kalendas ... |
ante diem tertium decimum Kalendas ... |
ante diem duodecimum Kalendas ... |
ante diem decimum Kalendas ... |
ante diem decimum Kalendas ... |
20 |
21 |
ante diem duodecimum Kalendas ... |
ante diem duodecimum Kalendas ... |
ante diem undecimum Kalendas ... |
ante diem nonum Kalendas ... |
ante diem nonum Kalendas ... |
21 |
22 |
ante diem undecimum Kalendas ... |
ante diem undecimum Kalendas ... |
ante diem decimum Kalendas ... |
ante diem octavum Kalendas ... |
ante diem octavum Kalendas ... |
22 |
23 |
ante diem decimum Kalendas ... |
ante diem decimum Kalendas ... |
ante diem nonum Kalendas ... |
ante diem septimum Kalendas ... |
ante diem septimum Kalendas ... |
23 |
24 |
ante diem nonum Kalendas ... |
ante diem nonum Kalendas ... |
ante diem octavum Kalendas ... |
ante diem sextum Kalendas ... |
ante diem sextum Kalendas ... |
24 |
25 |
ante diem octavum Kalendas ... |
ante diem octavum Kalendas ... |
ante diem septimum Kalendas ... |
ante diem quintum Kalendas ... |
ante diem bis sextum Kalendas ... |
25 |
26 |
ante diem septimum Kalendas ... |
ante diem septimum Kalendas ... |
ante diem sextum Kalendas ... |
ante diem quartum Kalendas ... |
ante diem quintum Kalendas ... |
26 |
27 |
ante diem sextum Kalendas ... |
ante diem sextum Kalendas ... |
ante diem quintum Kalendas ... |
ante diem tertium Kalendas ... |
ante diem quartum Kalendas ... |
27 |
28 |
ante diem quintum Kalendas ... |
ante diem quintum Kalendas ... |
ante diem quartum Kalendas ... |
pridie Kalendas ... |
ante diem tertium Kalendas ... |
28 |
29 |
ante diem quartum Kalendas ... |
ante diem quartum Kalendas ... |
ante diem tertium Kalendas ... |
|
pridie Kalendas ... |
29 |
30 |
ante diem tertium Kalendas ... |
ante diem tertium Kalendas ... |
pridie Kalendas ... |
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|
30 |
31 |
pridie Kalendas ... |
pridie Kalendas ... |
|
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31 |
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MARTIUS |
IANUARIUS |
APRILIS |
FEBRUARIUS |
FEBRUARIUS |
|
I Romani qualificavano i giorni in funzione delle attività religiose e civili che potevano essere svolte.
Tipo |
Significato |
Note |
F |
Dies fastus |
Giorno in cui le azioni legali erano permesse |
N |
Dies nefastus |
Giorno in cui le azioni legali non erano permesse |
EN |
Dies intercisus, endotercisus |
Giorni nefasti all'inizio e alla fine, ma fasti in mezzo |
C |
Dies comitialis |
Giorni in cui si potevano tenere i Comizi ossia le assemblee pubbliche |
NP |
|
Festa religiosa pubblica |
FP |
|
Festa religiosa pubblica |
I Romani avevano 45 giorni di feriae publicae e 22 giorni di festività singole obbligatorie. Inoltre avevano 12 giorni di ludi singoli e 103 di ludi raggruppati su più giorni. Pur ammettendo che alcune feste non fossero rigidamente osservate o coincidessero con altre festività, rimane il fatto che circa la metà dell'anno era non lavorativa.
La distizione tra dies fasti e dies nefasti aveva un carattere essenzialmente giuridico religioso.
La distinzione tra dies festi, ossia le feriae publicae, e dies profesti concerneva invece l'attività lavorativa.
I dies religiosi, ossia le Calende, le None e le Idi, erano assimilati ai dies festi ed il lavoro era vietato.
Il primo giorno del mese, le Calende, era sacro a Giunone. Il 13 o 15 del mese, le Idi, era sacro a Giove.
Il calendario delle festività era proclamato al popolo dai sacerdoti all'inizio di ogni mese.
Le ore
All'epoca di Cesare, le meridiane e gli orologi ad acqua, erano abbastanza popolari e i Romani avevano una loro nozione della durata di un'ora, e sicuramente non concepivano il minuto.
Il sistema delle 24 ore, prese realmente piede, attorno all'A.D. 1350, grazie all'uso, relativamente diffuso, dell'orologio meccanico con pesi e lancette, la cui invenzione viene, all'incirca fatta risalire, all'A.D. 1320.
Prima che questo accadesse, il trascorrere del tempo, durante la notte, veniva stimato ricorrendo alle stelle, mentre il tempo del giorno, veniva valutato, guardando la posizione del sole, o ascoltando gli annunci.
Nell'esercito romano, così, c'erano dei soldati adibiti a osservare la posizione del Sole, e che annunciavano, il cambio della guardia, nell'ora terza del mattino (tertia hora), all'ora sesta del mezzogiorno (sexta hora), e nell'ora nona del pomeriggio (nona hora).Per i Romani il giorno iniziava al levare del sole. Il periodo tra l'alba ed il tramonto veniva diviso in 12 ore (horae). La durata delle ore era variabile in quanto dipendeva dal tempo effettivo di luce. All'equinozio la durata di un'ora era pari ad una nostra ora, ma al solstizio d'inverno era minore ed al solstizio d'estate era maggiore.
Il punto mediano era l'hora sexta, mezzogiorno (meridies).
Nella vita militare la notte era divisa in 4 vigiliae o turni di guardia, ciascuna di 3 ore in media.
Nella vita civile si usavano dei termini più generici per le varie parti della notte.
Si riporta una tabella approssimativa di corrispondenza delle ore.
Dalle 6 alle 7 |
hora prima |
Dalle 14 alle 15 |
hora nona |
Dalle 7 alle 8 |
hora secunda |
Dalle 15 alle 16 |
hora decima |
Dalle 8 alle 9 |
hora tertia |
Dalle 16 alle 17 |
hora undecima |
Dalle 9 alle 10 |
hora quarta |
Dalle 17 alle 18 |
hora duodecima |
Dalle 10 alle 11 |
hora quinta |
Dalle 18 alle 21 |
prima vigilia |
Dalle 11 alle 12 |
hora sexta |
Dalle 21 a mezzanotte |
secunda vigilia |
Dalle 12 alle 13 |
hora septima |
Da mezzanotte alle 3 |
tertia vigilia |
Dalle 13 alle 14 |
hora octava |
Dalle 3 alle 6 |
quarta vigilia |
CALENDARIO GREGORIANO
E' il calendario introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582 per sostituire il Calendario Giuliano. E' quello che attualmente impieghiamo per il computo civile nella maggior parte delle nazioni. Ha la particolarità, rispetto al Giuliano, che ogni anno che sia esattamente divisibile per quattro è un "anno bisestile", tranne che per le fini dei secoli, che devono essere divisibili per 400.
Ad esempio il 2000 d.C. è bisestile, mentre il 1900 d. C. e il 2100 d.C. non lo sono. I principali calendari "alternativi" ancora in vigore sono quello ebraico, quello cinese e quello mussulmano.
Nel 325 al concilio di Nicea fu rilevato che l'equinozio di primavera invece di cadere il 25 Marzo, come era al tempo di Cesare, era anticipato al 21 Marzo per l'imprecisione intrinseca nel calendario giuliano che è basato su una durata media dell'anno di 365 giorni e 6 ore, dodici minuti più del vero. La Chiesa allora si limitò a registrare tale slittamento senza effettuare alcuna correzione al calendario. Ma già nel 700 il venerabile Beda proponeva di riformare il calendario per correggere questo errore, che stava provocando un continuo anticipo dell'equinozio, e nei secoli successivi vi furono analoghe proposte di riforma.
Non se ne fece comunque nulla fino al 1582 quando l'equinozio di primavera era ormai slittato all'11 Marzo; dopo molti studi la commissione presieduta dal cardinale Guglielmo Sirleto approvò il progetto del calabrese Luigi Giglio che consisteva nel saltare 10 giorni in modo da riportare l'equinozio al 21 Marzo; l'operazione ebbe luogo il 4 Ottobre del 1582; il giorno dopo fu il 15 Ottobre!
Per evitare che il problema si ripresentasse in futuro, venne introdotto, sempre su progetto del Giglio, un nuovo calendario leggermente modificato che ebbe il nome di Gregoriano in onore del papa allora regnante Gregorio XIII.
Le novità di questo calendario sono:
Gli anni secolari (ovvero divisibili per cento) non sono più bisestili. Il secolo dura dunque 36524 giorni e la durata media dell'anno si avvicina al reale.
Gli anni secolari divisibili per 400, come il 1600 o il 2000, sono invece di nuovo bisestili, e la durata media dell'anno gregoriano viene così ad essere di 365.2425 pari a 365g 5h49m12s un valore ancor più vicino alla durata dell'anno tropico che è di 365g5h48m46s.
Anche questo sistema comunque è affetto da errore rispetto alle stagioni, quantificabile in 1 giorno ogni 3300 anni.
L'adozione del calendario gregoriano nel mondo fu tutt'altro che immediata; solo negli stati italiani e in Portogallo venne adottato il 4 Ott 1582; la Spagna lo fece il 15 Ott 1582, la Francia il 10 Dic 1583, la Baviera il 6 Ott 1583, l'Austria il 7 Gen 1584 ... La Francia adottò poi il calendario della Rivoluzione tra il 26 Nov 1793 e il 31 Dic 1805; dal 1 Gen 1806 tornò in vigore il gregoriano.
Gli stati protestanti furono molto più lenti nell'accettare un calendario che veniva da Roma; la Prussia il 22 Agosto 1610, l'Inghilterra il 3 Settembre 1752 ...
Gli stati greco-ortodossi (Grecia, Russia, Serbia) poi mantennero il calendario giuliano fino alla prima guerra mondiale e la chiesa greco-ortodossa usa ancora oggi il calendario giuliano come calendario liturgico.
Il calendario basa la propria unità di misura su grandezze di durata fissa, (giorni, mesi, anni) riferite ad elaborazioni di calcoli basati sull'osservazione di fenomeni astronomici, tipo lunazioni e cicli solari. Tali calcoli hanno, nel corso delle epoche storiche, subito varie modifiche ed interpretazioni,dettate dal fatto che i cicli astronomici non sono esattamente formati da un numero intero di giorni. A seguito di ciò, ci troviamo oggi a considerare diverse misurazioni dei giorni, tra cui:
CALENDARIO OCCIDENTALE
CALENDARIO LUNARE (musulmano)
CALENDARIO LUNI-SOLARE (ebraico, cinese ed altro Asia)
Nel c. occidentale viene considerato il periodo di rivoluzione della Terra attorno al Sole (anno tropico), che vale 365.2422 giorni, per questo è considerato solare. Considerando 365 giorni interi si avrebbe nel tempo uno slittamento delle stagioni. A ciò è stato ovviato inserendo 1 giorno ogni 4 anni (anno bisestile)
Nel c. lunare vengono prese in esame le fasi lunari, (mese sinodico lunare) che hanno durata di 29.53 giorni. Questo porta ad avere mesi (12 anno) alternati di 29 e 30 giorni, e conseguentemente l'anno ha una durata alternata di 354 o 355 giorni.Al confronto con l'occidentale si ha uno scarto da 10 a 12 giorni, ma dopo 30 anni, coincidono.Tale scarto è consegunza dell'anticipo del capodanno islamico rispetto al gregoriano.il conto degli anni è fatto iniziare il 16-7-672 (anno dell'Egira).
Il c. luni-solare è anch'esso basato sul ciclo lunare, per cui alterna mesi di 29 e 30 giorni, riuniti in periodi di 19 anni (ciclo di Metone), che comprendono 12 anni di 12 mesi (anno comune), e 7 anni di 13 mesi (anno embolismico). Il conto degli anni è fatto iniziare il 3761 a. C. corrispondente alla data tradizionale della creazione del mondo.
definizioni di anno
ANNO SIDERALE: tempo esatto che la Terra impiega per compiere un intero giro di rivoluzione intorno al Sole; 365 gg solari 6h 9' 13".
ANNO SOLARE O TROPICO: intervallo che passa tra due successivi equinozi di primavera; 365 gg 5h 48' 46".
ANNO CIVILE: 365 gg.
ANNO BISESTILE: 366 gg.
ANNO LITURGICO o ECCLESIASTICO: considerato per le cerimonie della chiesa; comincia con l'Avvento (dal latino adventus = venuta del Signore).
ANNO GIUDIZIARIO: 1 gennaio - 31 dicembre.
ANNO PLANETARIO: tempo che impiega un pianeta per compiere un giro di rivoluzione attorno al Sole.
data della Pasqua
La Pasqua cristiana è la domenica che segue il 1° plenilunio che si verifica dopo l'equinizio di primavera, ed è così compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile. Tale regola è stata stabilita dal Concilio di Nicea (325).
La Pasqua ebraica altresì commemora la liberazione dalla schiavitù dell'Egitto, e ha durata di 8 giorni a partire dal plenilunio di marzo
Fonte: http://digilander.libero.it/leo.eli/classe%20III_MATERIALI/MATERIALI_LATINO/LABORATORIO/01_GRAMMATICA/007_Calendario.doc
Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/leo.eli/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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